È una tradizione gastronomica che non tutti conoscono ricca di territorialità e gusto. È il fritto misto alla piemontese, un tripudio di sapori, di storia e ovviamente di frittura.
Quando si parla di fritto misto molte regioni italiane hanno la propria formula, ma quando ci si riferisce a quello del Piemonte non ci sono imitazioni che tengano e niente hanno a che vedere, seppur deliziosi, i piatti dei ristoranti specializzati in varie proposte del cosiddetto “quinto quarto”. Non bisogna, in premessa, dimenticare che nel Medioevo e nel Rinascimento le frattaglie erano le prelibatezze scelte dai signori, tutt’altro che cucina povera: interiora, occhi e orecchie, lingua e coda, erano squisitezze.
Con il passare del tempo e con i cambiamenti culturali e commerciali, mangiare qualcosa che non si conosce, i cosiddetti tagli meno nobili, non convince e addirittura spaventa. Ecco che col tempo il fritto misto, tradizionale in tutte le occasioni di festa in Piemonte ed in qualche vicina zona lombarda (Lomellina), ha iniziato a diventare uno sconosciuto, sopprattutto per i giovani sotto i trent’anni, e parlare di cervella, polmoni, se non addirittura di fegato, è diventato difficile.
Non esiste una sola ricetta per il Fritto misto alla piemontese ed i suoi ingredienti possono variare per stagione, disponibilità o gusto.